mercoledì 4 marzo 2009

Quale latino, quali competenze?

Ad conloquia
SEMINARIO DI LATINOSabato 14 marzo 2009Aquileia (UD) - Piazza Capitolo,1È riconosciuto l’esonero dal servizio per la partecipazione al Convegno ai sensi dell’art. 62 del CCNL/2003 in quanto il CLE è Associazione accreditata presso il MIUR per la formazione dei docenti..Verrà rilasciato un attestato.

SEMINARIO Ore 10.00 – 12.30
Giuseppina Gambin – Loredana MaranoQuale latino, quali competenze?
Liceo „A. Einstein“ di Cervignano del Friuli (UD)
Mario RottaLatino e multimedialitàUniversità di Firenze - Laboratorio di tecnologie dell'educazione

lunedì 2 marzo 2009

Riforma Scolastica

Prenderò in esame il tema della Riforma scolastica in relazione alla corposa presenza di donne nella Scuola. Il tasso di femminilizzazione nella scuola è molto alto: 95% nella scuola primaria, 73% nella scuola secondaria di primo grado, 67% nella scuola secondaria di secondo grado. Questi dati sono confermati, a parte la scuola primaria, in tutta Europa.
Tale tendenza trova origine in convinzioni ed atteggiamenti diffusi:

Tale tendenza trova origine in convinzioni ed atteggiamenti diffusi:
1. fare l’insegnante non è da “maschio” (tanti giovani solo quando accettano una supplenza per necessità di lavoro apprezzano l’insegnamento);
2. l’insegnante non è adeguatamente remunerato: preferiscono fare il libero professionista. Oppure questo e quello. In quest’ultimo caso mantengono la cattedra per assicurarsi sicurezza e continuità economica;
3. non vogliono seguire i corsi SISS abilitanti all’insegnamento (ora sono aboliti)

D’altra parte le donne scelgono l’insegnamento, perché permette di conciliare l’impegno familiare (il mondo del lavoro non è ancora aperto al part-time).
I punti chiave della Riforma degli Ordinamenti scolastici sono:

- Educare alla cittadinanza
- Elevare il livello di apprendimento
- Contrastare la dispersione scolastica
- Promuovere l’eccellenza
- Valorizzare l’educazione al lavoro ed il dialogo con il mondo del lavoro
- Rivalutare l’Istruzione Tecnica e Professionale
- Valorizzare la libera competizione

Ogni scuola deve declinare questi obiettivi in base al proprio contesto territoriale (Autonomia scolastica).
In più ogni Istituzione, ogni Ente, ogni Scuola è chiamata a dare il suo contributo a quello che sembra l’imperativo del momento: essere competitivi. La situazione attuale richiede urgentemente il rilancio della competitività dell’intero sistema economico.
Il Consiglio europeo di Lisbona (marzo 2000) si poneva come obiettivo far divenire l’Europa “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”
Mario Draghi alla Sapienza: «A tutti pari opportunità di accesso agli studi, ma poi deve prevalere il merito….Garantire a tutti i giovani le medesime opportunità di successo nell'apprendimento, purché si adoperino per meritarlo, è la chiave per innalzare insieme l'efficienza e l'equità nel campo dell'istruzione. Entrambi gli obiettivi possono essere perseguiti in vari modi fra loro complementari. Nella scuola può essere utile aumentare la concorrenza fra gli istituti, sia nell'ambito pubblico sia in quello privato, con modalità di finanziamento che da un lato premino le scuole migliori e dall'altro trasferiscano risorse direttamente alle famiglie per ampliarne la possibilità di scelta. » Corriere della Sera 10 novembre 2006
Competitività, efficienza sono concetti ripetuti nei discorsi pubblici dei Ministri dell’Istruzione Pubblica, ma mai specificati nei dettagli: la competitività
• Nei confronti di chi e per che cosa
• Fra scuole o con il territorio?
• In creatività o per avere fondi regionali od europei?
Ripercussioni della presenza femminile nella scuola

La Riforma degli Ordinamenti scolastici è pensata neutra, in realtà dovrà essere realizzata da docenti in prevalenza donne. In questi anni le donne hanno dimostrato maggior interesse alla sostanza delle Riforme rispetto ai colleghi maschi, più scettici sulla reale validità dei cambiamenti, ma ora si insinuano anche fra loro stanchezza e demotivazione.

- Il quadro generale presenta questi caratteri specifici[1]:
1. la docente donna privilegia il linguaggio, la comunicazione, le relazioni interpersonali, il ben-essere, il clima di classe; ed ancora l’analisi del testo, le mappe concettuali, la costruzione di percorsi tematici.
Queste sono ottime caratteristiche quando la distribuzione donne-uomini è pari, in quanto il docente maschio cura altro: l’osservanza delle regole, il contatto con il mondo del lavoro, l’approfondimento di un ambito culturale.

2. la docente donna non dà adeguato spazio alle attività di ricerca e di studio: gli impegni familiari assorbono tempo, energie e frenano gli spostamenti (in Biblioteca, Università, Archivi..)
Privilegia la ricerca didattica.

3. la docente donna non ama le tecnologie informatiche, che usa raramente e soprattutto per ricerche o come strumento di scrittura. Si differenziano le docenti di lingue e di materie scientifiche che usano frequentemente i mezzi multimediali, perché hanno a disposizione pacchetti didattici o singoli esperimenti.
4. la docente donna sente il senso della competizione nel confronto con altre classi o altre scuole, anche straniere, ma solo nella realizzazione di progetti. La competizione come sistema e come contenitore di elementi misurabili (risultati, competenze, punti di forza e punti di debolezza) non incontra interesse (questo vale anche per i docenti maschi).
Adattare gli obiettivi della Scuola alla preponderanza femminile:
1. attribuire alla Scuola un alto valore formativo, condiviso e sostenuto dalla società (famiglie, Istituzioni, mondo economico): è un punto di riferimento, una meta e allo stesso tempo una spinta, uno sprone a mettere in atto gli obiettivi di Lisbona;
2. procedere per problematizzazioni: in primo piano il problema (non il programma, né i percorsi tematici, che sono descrittivi), i processi, le competenze. Domande aperte, che sollecitano risposte non pronte, ma da costruire. In questo modo si abituano i ragazzi ad usare un metodo scientifico. La problematizzazione può essere estesa a tutte le discipline. Rappresenta un nuovo modo di porsi di fronte alla realtà.
3. usare materiale multimediale pronto: esperimenti, esercizi, procedure, programmi, unità didattiche.. Sollecitare le Case Editrici a produrre materiale didattico per discipline e per competenze trasversali.
4. istituire Corsi di aggiornamento obbligatori sulla didattica delle competenze, sulla didattica laboratoriale e sull’uso del materiale multimediale;
5. prevedere il sostegno di Ricercatori universitari (in Francia è prevista la figura dell’agrégé) per saldare la didattica alla ricerca;
6. valutare i processi, per cui i docenti non si sentono giudicati.
[1] Non si può parlare di differenze di genere, ma si è autorizzati a distinguere gli interessi e le attitudini, che differenziano le donne dagli uomini..

Loredana Marano
Cervignano del Friuli, 11 febbraio 2009